martedì 5 aprile 2011

Diventa chi sei

Spesso si crede che la strada del successo sia la stessa per la realizzazione del proprio io. Potrebbe anche esserlo ovviamente ma bisogna che la professione intrapresa sia lo specchio dei nostri desideri.
In cucina non c'è mai stato spazio per le emozioni, si resta freddi ed impassibili per gestire al meglio i momenti di crisi. Eppure sono le stesse emozioni a distinguerne l'uno fra molti. Sono queste emozioni che hanno fatto di lui il solo, cha l'hanno sostenuto a non arrendersi mai, ad essere ciò che è sempre stato, a diventare chi fosse. Voglio credere che ognuno di noi è già qualcuno, a noi tocca solo l'arduo compito di diventarlo. La difficoltà però, come potrebbe sembrare, non è proprio nel raggiungimento del traguardo, piuttosto nella nostra capacità di comprensione: chi siamo, cosa vogliamo, come ottenerlo.
Il periodo dell'università è stato uno dei miei preferiti non solo per la possibilità di studiare ciò che si ama ma per l'aspettativa che riponiamo nel futuro, per i desideri che coltiviamo e le speranze che fomentiamo. Il momento migliore è stato quello della redazione della tesi, è come scegliere una ricetta, cercarne il significato più nascosto per renderla unica, sviscerarla e finire per trovarne l'essenza insieme alla propria, una grande scoperta.Spesso però nella vita reale non è così facile e le cose non vanno proprio come ce le aspettavamo. Si sbagliano i tempi di cottura, si esagera con lo zucchero, le modifiche apportate per renderla unica si dimostrano non esatte. Due divengono le possibilità: o si finisce per seguire alla lettera ogni ricetta, facendosi trascinare dalla corrente o si decide di riprovarci finchè non si riesce, finchè questa non sarà nostra.
Io scelgo di far parte della seconda categoria.

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