giovedì 10 marzo 2011

"La sua ordinazione? un BIKINI grazie"

Sarà colpa dei cartelloni pubblicitari che cominciano ad affollare le nostre città, delle promozioni di prodotti anticellulite che incalzano su ogni canale televisivo, della temperatura che comincia a salire, fatto sta che l'ansia per la prova bikini é già arrivata. Allora ecco che ci ripromettiamo mille buoni propositi come il bere 5 litri di acqua al giorno, sfruttare finalmente il nostro costosissimo abbonamento annuale in palestra, cominciare a fare una dieta equilibrata e ipocalorica, tutto insomma per riuscire a non devastare la nostra, già messa a dura prova, autostima. Ma se aboliamo l'aperitivo post lavoro per evitare di assumere bevande alcooliche, non vogliamo certo passare per quelle "sfigate" che richiedono un succo di pompelmo, e anche una possibile cena fuori casa come facciamo a non inciampare poi in una qualche crisi depressiva-andante?!!
Mi sono documentata  e ho scoperto che non si deve per forza rinunciare al piacere della buona tavola, soprattutto se parliamo del piacere di una "tavola fuori"!
Secondo My personal Trainer, http://www.my-personaltrainer.it/dieta-ristorante.html, non dobbiamo rinunciarci ma solo stare più attente ad alcune regole ed accorgimenti.


Sarà bene informarsi sulla qualità e la quantità delle portate,  due valori che non sempre vanno di pari passo. Di sicuro a farne le spese saranno i nostri portafogli, si sa: la qualità si vende cara. Fare un po' di sport ci permetterà di bruciare le kalorie in eccesso, e la rinuncia al dolce post-cena di sicuro aiuterà la nostra missione, oltre al fatto che ci solleverà dal senso di colpa post-cena!
Inoltre grazie al FSA, Food standard agency britannica, le maggiori catene nel campo della ristorazione oggi riportano sul menu o confezione il valore calorico di ogni portata, sarà cosi' più facile sapere cosa scegliere.

Se credete poi di riuscire a scamparevela con la scelta di cucine asiatiche, bé, non fatevi ingannare dalla vista di tutto quel riso! Studi ben approfonditi sull'argomento hanno rilevato che le pietanze della dieta mediterranea restano le migliori amiche di una buona linea, sempre questi studi affermano che "la permissività controllata e la gratificazione che il cibo dà possono essere ottime medicine che agiscono positivamente mediante la stimolazione della sintesi di possibili neurotrasmettitori d'organo o generali".
Insomma, attenzione alla linea quello sicuro ma, Signore e Signori, perdere il sorriso per questo mai!
La serenità del nostro ego é un ingrediente fondamentale per il benessere del nostro charme.
Uno stretto tete a tete, l'atmosfera, i sapori e gli aromi, credetemi non c'é posto e modo migliore di una cena fuori per sfoggiare le nostre migliori armi di seduzione.

mercoledì 9 marzo 2011

Voglio vivere cosi', col sole in fronte...

Ti svegli guardi fuori dalla finestra e trovi il sole.
Sei convinto che nulla mai potrà far andare male questa giornata iniziata nel migliore dei modi.

Alla fermata del tram ti accorgi dello sciopero dei mezzi pubblici che ti farà arrivare in ritardo in ufficio. Poco importa dato che c'é il sole. Arrivi in ufficio e scopri che metà dei tuoi collaboratori hanno abbandonato la nave lasciandoti in un mare di guai. Ma guardi fuori e ti accorgi che c'é ancora il sole. Come se non bastasse il tuo capo ti annuncia di essere a Milano; concordate insieme un pranzo di lavoro noiosissimo con il resto dell'equipe. Ma c'é ancora il sole. Scopri che il conto corrente fa acqua da tutte le parti e non puoi permetterti una bella cenetta stasera in un qualche localino coi fiocchi giusto per tirarsi su di morale.
Il sole.

D'un tratto vorrei essere di nuovo studente, essere li, tra quei "vicoli" di Napoli, ritrovarmi a passeggiare per Montesanto, spaccanapoli fino ad arrivare in Piazza del Gesù, cosi' da essere innondata dai raggi di sole prima nascosti nelle finestre dei palazzi in queste stradine troppo strette. Riesco a sentire gli odori, i rumori, la folla che mi passa di fianco.

Ho voglia di mozzarella, quella vera, quella che "guai se la si mette in frigo". Ed ecco che sono sui decumani, mi avvicino alla solita friggitoria difianco alla napoli sotterranea, un aperitivo con la pizza fritta, ricotta e mozzarella, farà un baffo anche agli acclamatissimi panzarotti di Luini a Milano.
Per pranzo scelgo di arrivare fino a Pozzuoli, adoro starmene li a guardare i pescatori che vendono il pescato del giorno per poi, dopo, dirigermi in uno dei ristorantini dal pesce freschissimo che affacciano priprio sui fori romani di via serapide. L'atmosfera é sempre molto suggestiva.

Immagino il ritorno con il mio scuterino 50. Sento l'aria, ormai più tiepida ma sempre frizzante, che mi arruffa i capelli; poco importa di fronte un gran cosi' bello spettacolo: il mare, il golfo, il sole.
Questa é la felicità.

martedì 8 marzo 2011

La festa delle Tonne

Ma per favore!
Siamo riuscite ad ottenere il diritto al voto, siamo arrivate in parlamento, vestiamo in minigonna anche in ufficio, lasciamo i pargoli a casa con i papà e ancora festeggiamo la festa più maschilista che possa esserci?
La cucina é da sempre un santuario al maschile; basti pensare alla definizione di "chef" che non ha eguali al femminile.
Abbiamo già parlato dello chef Ramsay, che ha creato un vero regno gastronomico con i suoi ristoranti d'altissimo livello aperti in tutto il mondo, solo 10 anni fa affermava "Le donne in cucina non valgono nulla". E' stato grazie alla tenacia, al duro lavoro e al sudore di donne come An­gela Hart­nett, Gemma Tuley, Clare Smyth che si é dovuto ricredere sull'argomento.
Oggi queste donne non solo sono stellate ma sono anche le più giovani chef a capo delle cucine più rinomate d'Inghilterra.
Certo il mondo della ristorazione é ancora saldamente in mano agli uomini e siamo ben lontani dal parlare di una vera rivoluzione in cucina. Ma se non sono le capicità a mancare cos'é che impedisce alle donne di affermarsi in tale ambito? Se ogni cliché ci ripropone ai fornelli casalinghi perché mai non dovremmo neanche azzardare l'idea di divenire delle professioniste in materia?
Di sicuro se quest'arte risulta essere impossibile per molti la si rende ancora più inarrivabile per il genere femminile.
La stessa Gemma ha dovuto affrontare le pene dell'inferno nella cucina del leggendario chef  parigino, Guy Savoy prima che le fossero riconosciute le sue altissime capacità. Lei stessa racconta che la detestavano solo per il fatto di essere donna; le barzellette a sfondo maschilista non mancavano e la sua coda di cavallo veniva utilizzata dallo chef in seconda a mo' di guinzaglio.
Dopo solo due mesi ha tagliato i capelli ed é passata d'aiutante a chef di partita del pesce, «Se non avessi im­pa­rato a nuo­tare sa­rei af­fo­gata. Per for­tuna, ho im­pa­rato».
Come sempre dobbiamo dimostrare che le nostre capacità arrivino a superare quelle maschili pur di essere considerate al loro pari.
Contro ogni mia aspettativa l'Italia si afferma oggi come il paese con il maggior numero di rappresentanti nobili al femminile in questo campo. Su 4 chef "3 stelle" 3 sono donne. Ne fanno un esempio Nadia Santini ("dal pescatore" a Canneto sull’Oglio, in provincia di Mantova); alla pari di Annie Feolde (“Enoteca Pinchiorri” a Firenze) e di Luisa Valazza (“Al Sorriso” di Soriso, Novara).
La Francia non conta abbastanza donne chef ma grazie all'impegno di Hélène Darroze anche li le cose si stanno evolvendo.  Nel 2004 ha creato infatti un’associazione, “Le nuove madri cuoche”, per valorizzare di nuovo questa figura nel mondo moderno.
A differenza degli uomini tutte queste donne non hanno mai negato il peso che hanno avuto nelle loro carriere figure maschili. Lo ricorda la stessa Darroze con suo padre e Alain Ducasse, la nostra Nadia Santini che ha sposato la gastronomia insieme all'amore per il marito.
A questo punto sarebbe lecito richiedere almeno un riconoscimento, basterebbe trovare un sostantivo al femminile per la denominazione di "CHEF". Che divenga un promemoria per queste vittorie tanto sudate e per le prossime che arriveranno.

Allora si, auguri Donne!

lunedì 7 marzo 2011

Ispirazione

E' da un po' che non pubblico nuovi post. Solite cose: il tempo, i mille impegni, un po' di pigrizia; ma a dirla tutta ho dato l'intera colpa alla mancanza d'ispirazione. Ma non é giusto addossare la colpa a qualcuno, in questo caso qualcosa, che non si conosce bene; quindi ho cominciato a cercare di capire cos'é effettivamente questa Sig.ra Ispirazione di cui tutti parlano e soprattutto capire come e dove ritrovarla. Come sempre ho interpellato in primis Wikipidia. Secondo il nostro amico saputello per ispirazione s'intede "una particolare eccitazione della mente, della fantasia o del sentimento che spinge un individuo a creare un'opera". Mi sono cosi' ricordata che in dialetto napoletano la sua traduzuione sarebbe "teng genio" ossia "ho genio di..". Ed é questa accezione che ci permette di coglierne l'essenza del suo significato.
L'ispirazione è l'ingrediente fondamentale per ogni nostra creazione, di ogni capolavoro, di ogni nostra esperienza. Ma se basta essa a rendere ogni nostro lavoro unico perchè non riusciamo a ritrovarla ogni qualvolta ne abbiamo bisogno? Quali sono gli elementi della sua causa scatenante?
Difficile a dirlo. L'arte è da sempre opera di geni ispirati ed è anche allo stesso tempo fonte d'ispirazione per chi ne gode l'opera. La gastronomia, così come la moda, la poesia rimpongono la propria linfa vitale nell'ispirazione di un attimo. Ecco come si riesce a rimescolare sempre i soliti ingredienti per ricreare nuovi piatti, collezioni, prose. Forse parte del lavoro è dato proprio dalla sperimentazione dell'abinamento di nuovi elementi per ricreare dei gusti nuovi che ne siano una celebrazione e mai "un'opera mancata". Attenzione, la linea che separa una possibile illuminazione dalla catastrofe completa è davvero molto sottile.
Ma solo la costanza premierà gli audaci.
Viaggi, esperienze, altri mondi e creazioni saranno il pane quotidiano per il nostro genio, il mondo che ci circonda e quello irreale dei notri sogni saranno lo spazio dove rigenerarla.
Ecco che mi é venuto in mente uno chef che ha fatto del mondo la sua cucina e delle nuove culture i suoi attrezzi. Chi non conosce Jamie Oliver! i suoi viaggi ne hanno fatto uno degli chef più importanti e riconosciuti d'Inghilterra e del resto del mondo, nonostante la sua giovane età. Molti l'avranno già visto nei suoi programmi su cielo tv , canale gratuito di Sky.
I più interessati avranno azzardato l'acquisto dei suoi costosissimi libri, come l'ultimo.
Parlano tutti dei suoi viaggi e del modo in cui ha rivoluzionato la cucina. Gira il mondo alla scoperta di nuovi luoghi e nuove esperienze culinarie. Il suo desiderio é di abbattere ogni frontiera del gusto e cucinare nelle situazioni più estreme. Farlo nel rispetto della natura e della stagionalità degli ingredienti. La sua food philosophy é un vero inno alla buona tavola e ad una buona dieta,  http://www.jamieoliver.com/philosophy.