domenica 3 aprile 2011

Nel ricordo e nella speranza di un futuro migliore

Questa la citazione dello chef per la serata.
Così mi sono ritrovata a fare di  nuovo parte di questo mondo, almeno per una sera mi sono vista nuovamente schierata dalla parte giusta o almeno in parte. Il piano mi vedeva per metà ospite per metà aiutante: una portapiatti d'alto borgo! Mi sono ritrovata in tacchi a spillo 12 a dover servire 20 persone, con piccoli vassoi ricavati da tavolette di legno messe appunto per l'occasione. La cena è stata un'idea del padrone di casa e dello chef. I due hanno tutta l'intenzione di trovare polli da spennare a suon di portate! La scelta del menu è stata basata su piatti tipici della tradizionale cucina italiana, rivisatati all'orientale. Ogni composizione era un tributo al Giappone ma nel sapore è stato il gusto tipico italiano ad avere la meglio. Gli invitati: un gruppo tirato ad hoc per l'occasione, l'intento era far crescere la nomea e la possibile fama dell'evento. L'ambiente perfetto: un "loft" tirato su in un laboratorio del ferro, sembrava di essere tra un set fotografico e uno spazio artistico teatrale. Le luci perfette, la cucina minimalista, un sapore di casa che non tradiva la classe di un ristorante "in". Come antipasto ci si è affidati alla rinomata tartar di salmone, ad una favolosa caponata servita con sardina su un pane carasao per affermarne i contrasti, nems vegetariani e crackers fatti in casa con un ripieno di bufala, immancabile, ricoperti da semplicissima salsa di pomodoro. Il tutto andava managiato con bacchette e con l'aiuto al massimo di un cucchiaio, come in qualsiasi autentica bettola giapponese. I primi invece hanno fatto soffrire un po' la stima dello chef che si è cimentato in un risotto che ha fatto i capricci, causa fondamentale una pentola dal fondo poco spesso. Questo è stato servito alla buona in un vaso da giardinaggio con una pallina di gelato al parmigiano e una gelatina. Una scelta un po' ardua visti i mezzi poco professionali messi a disposizione dalla casa e il numero non poco limitato dei commensali. I paccheri  si sono pero' rivelati i migliori protagonisti della portata, l'accoppiata gorgonzola - speck non ha deluso ancora una volta! Il calamaro ripieno con polenta è stato altrettanto gradito, peccato che l'appetito ormai scarseggiava, ma il dolce è stato un successo: veri togo ricreati da una torta sacher al retrogusto di zenzero, e per chi non sapesse cos'è effettivamente basterà ricordare quella spezia che tutti comunemente associano al sapore di "sapone" e troviamo accompagnata al wasabi nel sushi. Sono stata la prima a dovermi ricredere: l'associazione con il cacao amaro la rende perfetta.
Applausi, applausi...applausi
La  mia serata si è così trascinata tra tipici insulti dello chef e public relations!
Quello che è rimasto al mattino però è stato il sapore amaro del risveglio.

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