mercoledì 8 giugno 2011

L'odore dei ricordi

Questa mattina mentre salivo le scale per arrivare in ufficio ho riconosciuto l'odore della lacca, non quella per il pavimento, la lacca per capelli. Un odore deciso, che probabilmente da poco una signora sulla mezz'età aveva lasciato scivolando via dai vari elegantissimi studi di avvocati che riecheggiano in questo edificio ottocentesco. Eppure il mio pensiero é stato subito trasportato lontano: d'un tratto ero di nuovo li, dietro le quinte del palcoscenico del teatro Bellini di Napoli. Avro' avuto sette, otto anni al massimo, ero li in ansia per la battuta che avrebbe segnato la mia entrata in scena. Quell'odore di lacca mi circondava, era ovunque: nei camerini, catturato in ogni vestito di scena, era il profumo di quelle donne dalle gambe lunghissime, bellissime. Era nel mio chignon che continuava a procurarmi un grosso mal di testa, era nell'euforia del momento e negli applausi della platea. Un mondo che seppur lontano é stato il mio.
L'odore é cio' che resta di quei ricordi che non sapevamo neanche di aver conservato cosi' intimamente. Sono loro che senz'alcun preavviso riescono a riportarci indietro nel tempo, una sorta di viaggio dell'animo, pochi secondi, una forza prorompente. Sono legati a momenti belli quanto insignificanti, si ritrovano nell'odore di una metropolitana come quella di Parigi, nel profumo usato dalla mamma quando eri piccola, nel vinex che ti spalmavano a quintalate sulla schiena prima di andare a dormire, l'odore del mare che si mescola a quello dell'asfalto e dello smog a Mergellina, quello della pasta al forno la domenica.
L'odore dei ricordi, il profumo della vita.

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