martedì 22 febbraio 2011

Sex & Kitchen

Passare ore d'intenso stress: apparecchiare, sparecchiare per poi ancora riapparecchiare, volare tra i tavoli, passare da un'ordinazione all'altra e il tutto sotto l'occhio vigile di chi non aspetta altro di una tua mossa falsa per sfogare su di te tutta la sua frustrazione repressa, che aumenta quando quel maledetto tavolo 5 ha deciso di dare buca, facendo così saltare l'intero planing della serata insieme ai nervi del titolare. Certo perchè non sei capitata solo nell'unico ristorante che fa pienone 6 giorni su 7 (il settimo è chiuso!) ma la tua collega ovviamente è anche il tuo capo e adora torturare le povere ragazze come te che si permettono d'inventarsi cameriere giusto per raccimolare un po' di soldi. Qualcuno quel lavoro lo fa come professione e di sicuro non mancherà di farti capire che non era affatto così semplice come te l'aspettavi! Chi potrà biasimarti se in tutta quell'angoscia esistenziale, che sembra esserti piovuta addosso, il tuo essere non cerchi conforto e riparo in una scusa più attraente dei soldi per portare quel tuo pesante culone nuovamente in quella gabbia di matti? Ed ecco che allora i tuoi occhi si poggiano sul collega figo, sul cliente che speri si accorga di te nonostante la biondona con cui si è presentato a cena o su l'unica persona che dovresti evitare anche di guardare: il cuoco! Fortunatamente l'immagine della cameriera ha un suo fascino particolare, come gli stessi dj, baristi, animatori & co; anche un mostro riuscirebbe a rimorchiare da dietro un bancone di un bar. Crederete mica che Charlene abbia conquistato il suo bel principe Alberto di Monaco, porgendogli il menù? Sfido io che il suo aspetto fosse così curato, come lo vediamo oggi, quando serviva ai tavoli. Signore per favore, è stato il fascino cenerentolesco da cameriera che ha aiutato cupido a scoccare la fatidica freccia. Fatto sta che grazie ai vari gochi di sguardi, di seduzione, d'inviti a cena sussurati, la serata passa in men che non si dica e andare a lavoro diventa un piacere più che un dovere. Cominci a presentarti prima al ristorante giusto per scambiarci quattro chiacchiere, speri di ritrovartelo giù in cantina per qualche bacio rubato, ti ritrovi a incrociarlo per caso ogni volta che si cambia, finchè un giorno arrivi per caso ad aprire le gambe sul bancone della cucina. Avete presente? Si quello in acciaio, bello grande e molto molto freddo! Ed è li che comiciano i guai. La tua testa comincia ad affollarsi di stupide domande "m'inviterà ancora a cena? avrà mollato quell'idiota della sua ragazza? ma ha notato il mio nuovo look? Non dirmi che quella sfigata sta flertando con lui davanti a me!" Peccato che intanto combini un disastro dopo l'altro, dimentichi le ordinazioni e fai casino ai tavoli ma la cosa peggiore è che lei, si la tua capa ti ha sgamata in pieno perchè te lo legge in faccia.
Il rapporto camerieri - cuochi è da sempre stato molto complicato. Il punto dolente è di sicuro l'orgoglio. La cucina odia essere comandata da chi serve in sala; non tollera che il cameriere si prenda la libertà di far modificare un piatto o peggio accontenti le scelte folli di un cliente non troppo simpatico e arrivi infine in cucina sbraitando che quelle stesse richieste dovranno essere pronte in tempi da record. Ma a sua volta la cucina non immagina cosa voglia dire dover avere a che fare con i personaggi più assurdi del mondo che sembrano essersi dati appuntamento proprio lì, che anche gli sguardi più persuasivi del mondo non convinceranno un cliente a ritrattare le sue assurde richieste e soprattutto l'invidia pazzesca per la loro, chiamiamola pure, libertà d'espressione, che potranno al massimo sbiascicare tra sè sotto voce.
Quindi adesso, mentre siete li ad aspettare composti il vostro piatto, guardatevi in giro e cercate di cogliere quei piccolissimi segnali che vi porteranno a scoprire i piccanti altarini, beautiful sarà nulla al confronto.

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